CENTRO SICILIA: ROBY FACCHINETTI INCONTRA I FAN PER L’INSTORE DEL NUOVO PROGETTO DISCOGRAFICO PARSIFAL. L’UOMO DELLE STELLE. MUSICA INTENSA CON LE LIRICHE DI STEFANO D’ORAZIO

Oggi, al Centro Sicilia, Roby Facchinetti ha incontrato i fan per l’instore tour del nuovo progetto discografico Parsifal. L’uomo delle stelle, pubblicato il 28 marzo con Warner Music. Gremito il Centro e in febbrile attesa il pubblico per l’incontro con un gigante della musica italiana, un poeta che con questo nuovo viaggio in musica si conferma ancora in grado di restituire agli ascoltatori, anche delle nuove generazioni, emozioni uniche. L’evento è stato presentato da Paola Parisi.
Roby Facchinetti, storica voce e tastiera dei Pooh, riallaccia le fila con Parsifal, memorabile album pubblicato dal gruppo più di cinquant’anni fa, nel 1973, e lo fa approfondendo la storia di Parsifal, leggendario eroe del Ciclo arturiano e protagonista, tra gli altri, dell’opera dello scrittore francese Chretien de Troyes (forse la prima attestazione). Ma questo approfondimento diventa il racconto dell’uomo, della crescita, della ricerca, del viaggio nell’esistenza. Un percorso lungo 44 brani e diviso in due atti, inclusi rispettivamente in due cd.
Definire Parsifal un album è riduttivo. Un grande racconto cominciato con gli amici più cari. Lei come si rispecchia in questa storia, dopo tanti anni di carriera?
«Come l’aver realizzato un sogno che sembrava impossibile, perché fare un’opera come Parsifal, con quarantaquattro brani (ci sono voluti cinque anni), pensavo fosse impossibile. Non capivo e non riuscivo a trovare il modo di trovare tutto questo tempo. Quando si sogna, però, e quando un sogno è autentico, la vita ti porta a realizzarlo. Nel 2012, dopo che Stefano D’Orazio aveva abbandonato la band nel 2009, chiesi a Valerio Negrini di iniziare a fare questa opera. I primi due brani, Nascita e Preghiera, sono di Negrini, ma poi nel 2013, ahimè, se n’è andato, e pensavo allora fosse impossibile andare avanti. Siamo poi riusciti a riportare sul palco Stefano nel 2016, per la reunion. Nel 2017 lui rispose subito di sì, con entusiasmo e voglia di fare e di metterci alla prova, perché non sapevano se poi alla fine saremmo riusciti. Stefano ha fatto con le liriche un lavoro fantastico, rendendo quel cavaliere senza macchia e un po’ lontano da noi più umano. E poi c’è il Santo Graal, che abbiamo dentro, e che è la parte migliore di ognuno di noi, basta avere la forza di tirarlo fuori».

Un lavoro che si sente soprattutto nelle musiche, che unisce il sound potente dei Pooh a questi ritmi e melodie medievali, dal sapore antico.
«Ci sono duecentocinquanta musicisti che hanno lavorato, due orchestre sinfoniche enormi, e poi abbiamo trovato un paio di musicisti che suonano questi strumenti medievali dai nomi strani ma che erano assolutamente indispensabili per creare quei suoni»
Secondo lei chi è l’eroe, il Parsifal, dei giorni nostri? Ce n’è uno?
«Ci pensavo proprio in questi giorni. Purtroppo se n’è andato, ma credo che sia Papa Francesco. Aveva qualcosa, e più di qualcosa, perché era contro le guerre, per l’amore, contro le ingiustizie, mettendoci la facce. E per questo era parecchio scomodo. Lui era un Parsifal»