Cronaca Sport

“Gioco anch’io? No, tu no”. Scoppia la polemica durante il torneo di calcio a 5

Come ogni anno in questo periodo tutte le società di calcio sono impegnate nell’organizzazione di tornei di calcio a 5, per far divertire soprattutto i bambini e regalare qualche momento di svago alla gente. Purtroppo nei giorni scorsi si è verificato uno spiacevole episodio durante lo svolgimento del 13° Torneo di San Giuseppe organizzato dall’Asd Junior Ramacca, che ha scatenato il risentimento di alcuni genitori nei confronti della società, colpevole secondo loro di aver escluso i propri figli dalla partecipazione poiché iscritti in un’altra scuola calcio, il Centro Polisportivo Ramacca 1985.

Premesso che ogni società ha il diritto di scegliere le modalità di iscrizione e i criteri che preferisce, e che tra le due società esiste una conflittualità risaputa, a farne le spese stavolta sono stati i bambini.

Andiamo all’episodio tanto discusso. Nel torneo organizzato dallo Junior Ramacca presso il Footbal Stadium C.D.C. della circonvallazione (struttura gestita da un altra società, l’Apd Ramacchese), secondo il manifesto pubblicato sui social e affisso nelle attività commerciali in giro per il paese, le categorie Primi calci e Pulcini, che comprendono i bambini dai 6 ai 10 anni, non erano previste. Al momento però della pubblicazione dei calendari settimanali risultava che il martedì e il giovedì, dalle 18 alle 19, erano previste le partite proprio di quelle categorie. Nelle intenzioni degli organizzatori, come si evince dal post pubblicato successivamente alla polemica sul proprio profilo Facebook, le partite erano riservate <<ai bambini della nostra scuola calcio, ai quali, (proprio per essere ancora più aperti e inclusivi) abbiamo chiesto di portare anche dei loro compagnetti che non hanno mai giocato a calcio, per avvicinarli al mondo dello sport>>.

Questa mancanza di trasparenza ha creato però confusione, visto anche che fino a due giorni prima gli stessi organizzatori negavano ai genitori il fatto che ci fossero partite previste per quelle categorie. Così, quando martedì scorso alcuni genitori hanno portato i figli al campetto per farli giocare sono stati respinti dai dirigenti, che solo allora hanno detto che quelle categorie erano riservate ai propri iscritti. Ovviamente i primi a restarci male sono stati i bambini, che in lacrime hanno dovuto abbandonare la struttura, scatenando così il risentimento dei genitori, i quali hanno poi sfogato sui social la propria frustrazione.

Per chiarire la situazione e dare una spiegazione all’accaduto, l’Asd Junior Ramacca ha pubblicato quindi il post sopracitato, che ha però ottenuto l’effetto contrario accendendo ancor più gli animi, dal momento che probabilmente i genitori erano perlopiù in attesa di motivazioni. L’Asd ha tirato in ballo l’altra società (il Centro Polisportivo), rea secondo loro di aver fatto una “preclusione grave”, che invece è stata fatta nel Torneo di Pasqua 2025, quando la Polisportiva Ramacca ha organizzato un Torneo riservato <<ad invito, dove la nostra Società, i nostri bambini, non sono stati invitati>>.

Eppure il torneo di Pasqua a cui fa riferimento il post è stato organizzato dal Comitato dei festeggiamenti pasquali, che ha predisposto due tornei distinti e separati in entrambe le strutture, lasciando alle due società la libertà di scegliere modalità e criteri di partecipazione, ed infatti anche lo Junior ha organizzato un torneo di calcio giovanile nello stesso giorno, il 14 Aprile.

I genitori hanno poi lamentato il fatto che i loro commenti al post venissero sempre cancellati dopo poche ore, censura che, come da loro sostenuto, li ha insospettiti ulteriormente sulle motivazioni dell’esclusione dei bambini. <<Non è assolutamente vero quello che scrivono nel post – commenta una mamma – Fino al giorno prima mi avevano assicurato che le categorie dei più piccoli non erano previste. Quando siamo andati con mio figlio mi è stato detto che non poteva partecipare perché iscritto con il Centro Polisportivo Ramacca 1985>>.

Un altro genitore racconta invece che <<già l’anno scorso avevamo avuti problemi con l’organizzazione: ripicche sulla formazione del calendario, arbitraggi totalmente di parte. Insomma i nostri bambini venivano osteggiati in tutti i modi>>.

Ribadendo che ogni società sceglie le modalità e i criteri di partecipazione che preferisce, a essere richiesta è stata una maggiore trasparenza e comunicazione che potesse evitare cosi inutili polemiche. E soprattutto, una volta che i bambini si erano presentati, lasciare che giocassero, invitando magari i genitori a non riportarli successivamente. Sembra insomma che si sia assistito a un comportamento poco aderente ai valori sportivi (specie nei riguardi delle nuove generazioni), che porterebbe a pensare che lo sport è tutt’alaltra cosa.

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